PARAFRASANDO QUA E LÀ

Spaccato di varia Umanità, interpretato nel segno del buon senso, della propositiva ironia, del fare "Pro", giammai del fare "Contro".

Si potrebbe quasi affermare che intorno al concetto di “Tempo libero” si sia costruita una vera e propria sociologia. Infatti, di questa nozione di parla in diversi luoghi ed anche in termini accademici e per molteplici diversi motivi.

Il “Tempo libero”, cioè quella porzione di esistenza di ciascuno nella quale teoricamente non ci sono obblighi da assolvere, si traduce come oggetto di riflessione, fino ad elevarsi a “Luogo mentale”.

Prendo spunto dal titolo di una nota canzone in voga negli anni settanta: Bella senz’anima. La cantava Cocciante. Il titolo di questo pezzo, invece, si proietta al plurale: accenna ai “Belli” senz’anima. Di questi Belli che, forse, hanno perso, via via, la loro anima o, più plausibilmente, non l’hanno mai avuta, se ne contano tanti.

Emergenza cronicizzazione del degrado sociale: ben vengano i principi e le geometrie giuridiche, l’invocazione dei valori positivi e le pratiche educative alla legalità. Ma, conditio sine qua non è, e resta, ciò che potrebbe essere paragonato ai “Rimedi della nonna”.

Mi si perdoni l’ironia (che non guasta mai) se, poi, risulta essere è il giusto mezzo per cercare di rendersi conto di qualcosa che sembra, per davvero, inspiegabile, almeno a livello  della logica del buon senso!
Non è uno sproloquio. Solo una considerazione. Ecco il fatto.

In tempi di crisi, si dice, tutto è in crisi. Anche ciò che non ha costi economici. Il “tifone crisi” trascina ogni cosa: anche in Buon senso! E, questo, non ci deve far meravigliare, perché il “Buon senso”, per così dire… segue i tempi! Certamente, l’idea che il “Buon senso”, come categoria del “Saper essere”, possa rapportarsi dai tempi, in sé è cosa giusta: la mentalità è la proiezione della storie e delle storie dell’uomo e delle comunità.

Spesso si usa fare un distinguo, nella pratica dei giochi, tra quelli che sono, per così dire, più adatti per i piccoli e quelli che sono più consoni per i grandi!
Ebbene, qualche volta, e per motivi che non sto qui a puntualizzare, mi è capitato di potere e dovere riflettere su tale cosa. Ho trovato qualche difficoltà, dopo avere valutato alcuni aspetti di ordine pedagogico, nel potere continuare ad asserire la netta distinzione delle due categorie suddette.