LA TORPEDO BLU

Ritorna “La Torpedo Blu”, breve momento di piacevole revival di quei mezzi che hanno positivamente segnato una porzione del nostro vicino passato, rubrica che utilizza, per darsi un connotato, lo stesso titolo di una famosissima canzone del Maestro Gaber il cui valore, anche nel suo caso, il tempo non cancella!

 

 

Quelli degli Anta la ricordano con nostalgia, quella mitica Lancia Y10, agile, versatile, scattante ed economica nella gestione.

Montava il solido Fire 1000 cc e di serie aveva la quinta marcia, ma anche il climatizzatore.

Robusta e compatta, era anche confortevole e piacevole nella guida. Ha fatto storia per il suo stile ineguagliabile e per la sua fattura ricercata ed elegante. Originalissima l’idea di prevedere, di serie, per quella due volumi, un portellone posteriore a taglio, di colore nero opaco.

Era anche adeguatamente aerodinamica, rappresentandosi nelle sue linee somatiche come un cuneo stilizzato, con una calandra affusolata benché legata agli stili di quegli anni, quale propaggine più evoluta e ricercata dei frontali delle sue antesignane Fiat 127 ed Autobianchi A112.

Evidenti i loghi Lancia, presenti sia sul frontale della succitata calandra, sia sulla fiancata lato guida, all’altezza della maniglia dello sportello.

La Y10 è da annoverarsi tra i capolavori del design italiano, quale automobile versatile e funzionale, preferita anche dalle donne.

I giovani di oggi la ricordano appena, altri nemmeno sanno della sua storia. Se ne vede solo qualcuna sfrecciare sulle strade, sebbene, rispetto al suo enorme successo, non si comprenda la ragione di tale rarità.

Chi l’ha posseduta potrà testimoniarne la qualità. Speriamo che nasca qualche Club dedicato e che quelle custodite nei garage possano tornare a circolare, restituendo a giovani e meno giovani un sogno!

                                                                                                                                                                                                                                                                                     Giancarlo Caroleo