Nell’indicare una vettura che vorremmo acquistare, specie se trattasi di un nuovo modello, è cosa ridondate riferirsi ad un unico e solo criterio di selezione: la macchina è tecnologica. Ha tutto.
Ebbene, di per sé tale codifica appare omnicomprensiva, facendo sintesi di qualità, affidabilità e, plausibilmente, di adeguata comodità. Ma, di fatto, nessun riferimento è esplicitato sul versante della piacevolezza, ovvero di quanto la forma possa impattare ed intercettare l’emozionalità del sua avventore!
Sicché, la sua estetica vien soppiantata da una serie di altri parametri che riconducono alla gamma dei requisiti tecnologici e, sempre più, dei supporti digitali che la crescente enfasi sull’intelligenza artificiale determina. In altri termini, che l’auto possa essere per noi bella o almeno carina, importa sempre meno, facendo affluire detti connotati quasi nell’alveo dell’effimero.
Orbene, potrà anche essere giusto ragionare nei termini sopra definiti, così come potrà assumere valore di utile discriminante la consistenza del pacchetto tecnologico di cui ciascun modello è dotato, ma resta altrettanto vero che, nell’ordine dall’idea stessa di Automobile,considerata nella sua evoluzione storica e per la sua funzione di oggetto dell’estensione della deambulazione/altra dell’Uomo (al pari degli altri mezzi di trasporto), l’aspetto estetico non può e non deve essere mortificato.
Si rischia, così, che la vettura non sia scelta perché, in prima battuta, intercettando la nostra sensibilità, piace perché per noi sia bella (o, almeno carina), ma solo per quello che sa fare o che può fare. E’ questo il segnale dell’anomalia, esito del decadimento emozionale di una Comunità sempre più qualunquista e scevra di forze vive ed autentiche…
Dico ai più giovani che si stava meglio quando aspiravamo ad avere una R5 coi cerchi maggiorati ed interni in cuoio, oppure una A112 Elegant… Erano, di certo, vetture meno tecnologiche, perché questo ci interessava relativamente, ma erano sicuramente più belle, più macchine, più oggetti dell'emozione!
Giancarlo Caroleo