Proprio lì, al Polo Nord, viveva una famiglia di renne con cinque piccoli; il più giovane era Rudolph, un cucciolo particolarmente vivace e curioso…infilava il suo naso dappertutto!
Era una renna assai speciale: il suo naso non era un normale naso da renna, nero e umidiccio, ma era un enorme naso rosso.
Quando si emozionava e il suo piccolo cuore batteva un po’ più forte perché era arrabbiato, agitato o allegro, il naso si illuminava e diventava rosso come una lampadina.
Questo dono non lo rendeva felice; le altre renne, non facevano altro che prenderlo in giro e Rudolph ne soffriva molto! Lo chiamavano “Rudolph, la renna dal naso rosso” e il poverino scoppiava a piangere. Aveva provato a metterci un cappuccio di gomma e addirittura a dipingerlo di nero, ma non c’era niente da fare. In qualche modo quel naso rosso e luminoso saltava sempre fuori.
Rudolph divenne grande e partecipò alla selezione delle renne che avrebbero trainato la famosa slitta.
Babbo Natale esaminò ogni concorrente, poteva sceglierne solo otto!
Le renne erano molte e le guardò tutte con molta attenzione.
Quando finalmente toccò a Rudolph, era talmente agitato che il suo naso diventò incandescente.
Babbo Natale lo guardò, sorrise e scosse la testa “Sei grande e robusto, sei un bellissimo giovanotto, ma purtroppo non posso sceglierti. Il tuo naso rosso potrebbe spaventare i bambini!”.
Rudolph era tristissimo, si allontanò dal branco per stare un po’ da solo.
Intanto il Natale si avvicinava e tutti erano così occupati con i preparativi per le feste che nessuno si accorse del tempo che peggiorava ogni giorno di più.
Arrivò la notte della vigilia di Natale!
Babbo Natale iniziò a prepararsi, si spazzolò la lunga barba bianca e si vestì con il suo completo natalizio ufficiale.
Eccitato per la serata che lo attendeva, uscì e si rese conto che c’era una nebbia fittissima che gli impediva di vedere la sua slitta, le sue renne e tutto ciò che lo circondava. Era disperato: non sarebbe mai riuscito a consegnare i regali con quella foschia! Chiamò le sue renne, le legò alla slitta e provò a decollare; nessuna delle renne riusciva a vedere dove stavano andando!
“Come faremo con questa nebbia?”
“Ci perderemo, è sicuro”
“Andremo a sbattere contro le case”
“Poveri bambini, resteranno senza doni”
Sentendo questi lamenti, Rudolph si avvicinò; le renne si accorsero subito che il suo naso rosso luminoso rischiarava la strada:
“Guardate: c’è una luce laggiù.
“Ehi, tu! Vieni qua; vogliamo parlarti”.
Rudolph non aveva nessuna intenzione di parlare con loro:
“No grazie, proprio non mi va”.
In quel momento, la voce di Babbo Natale riecheggiò nella nebbia:
“Ciao, mi ricordo di te! Ti dissi che il tuo naso avrebbe spaventato i bambini, ma mi rendo conto che è eccezionale. Illumina a giorno la strada anche nella bufera. Ti va di essere la prima delle renne attaccate alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”
Rudolph non sapeva cosa rispondere, temeva di non essere in grado di condurre la slitta in giro per il Mondo.
Le altre renne, proprio loro che l’avevano sempre preso in giro per il suo naso bizzarro, si accorsero di essere state un po’ sciocche e iniziarono a incoraggiarlo, con applausi e salti.
Fu così che, grazie al naso rosso di Rudolph, la slitta partì in perfetto orario e Babbo Natale riuscì a far felici tutti i bambini consegnando i loro regali in tempo, anche in quella notte tempestosa: il Natale era salvo!
Quando la notizia si sparse nel villaggio, Rudolph divenne per tutti un eroe, festeggiato a lungo ed entrato poi di diritto nella leggenda di Natale.