Tra tutte le stagioni la primavera è tra le più amate: la natura si risveglia, i paesaggi cambiano colore, le giornate sono più lunghe, l’aria è avvolta da nuovi profumi, le temperature sono più miti e permettono di trascorrere più tempo all’aria aperta.
Tutto ciò non fa che influire positivamente sul nostro umore e così anche per noi questa stagione diventa un motivo di rinascita e risveglio, tanto da sentirci più attivi e vitali.
PERCHÉ SI CHIAMA PRIMAVERA
La Primavera è la prima stagione dell’anno, inizia con l’equinozio di primavera e finisce con il solstizio d’estate.
L’etimologia della parola non è facile da costruire perché ci sono influenze antichissime, anteriori al latino.
Così come tante delle parole che usiamo è formata da più termini, in questo caso sono due: il primo deriva dalla parola primus, che significa “primo”, il secondo è ver, che deriva dalla radice sanscrita vas, che significa “splendere, illuminare, ardere”.
Anche in latino, ritroviamo il termine vesta che indicava il nome della dea del focolare domestico, fuoco sempre acceso e tenuto vivo.
Secondo questa ipotesi quindi, la parola primavera ci parla allo stesso tempo di un inizio e di qualcosa di splendente e pieno di ardore.
In latino la locuzione primo vere, da cui deriva il termine italiano, significa “all’inizio della primavera”, indica quindi l’inizio di un periodo caratterizzato dallo splendore e dalla esuberanza della natura che si risveglia, la stagione in cui si risveglia la natura e in cui ritorna il caldo.
EQUINOZIO E SOLSTIZIO
La primavera climatologica inizia il 1° marzo mentre con l'equinozio, inizia la primavera astronomica (quella del calendario).
Nell'emisfero settentrionale, e in particolare in Italia, quest'anno la primavera è iniziata ufficialmente domenica 20 marzo, alle 15:33 e durerà 92 giorni, fino al 21 giugno, quando inizierà l'estate astronomica.
L'equinozio (dal latino Aequi noctium, notte uguale) segna l'inizio della nuova stagione ed è un momento particolare nella fase di rivoluzione della Terra intorno al Sole.
In quel momento infatti i raggi solari cadono perpendicolarmente all’asse di rotazione della Terra perciò l’emisfero settentrionale e quello meridionale verranno raggiunti dai raggi solari con la stessa inclinazione.
Questo evento avviene solo due volte l’anno: nel giorno dell’equinozio di primavera ed in quello d’autunno.
Con la primavera le giornate si allungano di circa 3 minuti ogni 24 ore: ogni giorno l'alba è un minuto e mezzo prima, e il tramonto un minuto e mezzo dopo rispetto al giorno precedente.
A differenza dell’equinozio, durante il solstizio (d’estate o d’inverno) la durata del giorno e della notte è diversa.
Nel caso del solstizio d’estate, a giugno, si ha la durata massima del giorno rispetto alla notte. Al contrario, a dicembre, è la notte ad avere la massima durata rispetto al giorno.
Nel giorno del solstizio, i raggi del sole raggiungono l'emisfero Nord e l'emisfero Sud della Terra rispettivamente con il massimo e con il minimo dell'inclinazione.
L'ORA LEGALE
Con l'inizio della primavera c'è sempre anche il cambio dell'ora: si entra nell'ora legale cioè la convenzione di spostare avanti di un'ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l'irradiazione del sole durante il periodo estivo.
Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l'organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate.
I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all'alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nell'impero romano la cosiddetta ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall'istante in cui questo evento astronomico si verificasse.
Nell'età contemporanea l'espediente dell'ora legale non fa che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.
Benjamin Franklin fu il primo a proporre di obbligare, esercitando varie forme di pressione, la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri.
Nel 1916, dopo la prima guerra mondiale, la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate.
Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.
Lo scopo dell'ora legale è proprio quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica.
L'ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini di orario.
Domenica 27 marzo perciò abbiamo spostato gli orologi avanti di un’ora.
Nei giorni immediatamente successivi al "cambio dell'ora" (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all'alterazione del ciclo sonno-veglia.
Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag).
Dormiremo quindi di meno, ma ci abitueremo presto e avremo diversi benefici dal punto di psicofisico.
Per non parlare del risparmio energetico, quest'anno più importante che mai.
Contrariamente a ciò che si possa pensare, il termine "ora solare" si riferisce all'orario statale usato durante il periodo invernale, quando coincide con quello del meridiano del fuso orario di riferimento, chiamato anche “ora civile convenzionale”.
LA DEA DELLA PRIMAVERA
Nella mitologia greca, la Dea della Primavera era Persefone, figlia di Zeus e di Demetra (dea dell’agricoltura e del grano).
Venne rapita dallo zio Ade, dio dell'oltretomba: mentre raccoglieva dei fiori, dal prato fiorito spuntò un narciso di straordinaria bellezza. Persefone, stupita, protese le mani per raccogliere il meraviglioso fiore quando, dalla base del narciso, si aprì una voragine da cui emerse il re dei morti, Ade, che la portò via negli inferi per sposarla, ancora fanciulla, contro la sua volontà.
Una volta negli inferi le venne offerta della frutta: ella mangiò solo sei semi di melograno. Ignorava però che chi mangia i frutti degli inferi è costretto a rimanervi per l'eternità.
La madre Demetra, che prima di questo episodio procurava agli uomini interi anni di bel tempo e di raccolti, reagì disperata al rapimento, impedendo la crescita delle messi e scatenando un inverno duro che sembrava non avesse mai fine.
Grazie all'intervento di Zeus si arrivò a un accordo, per cui, visto che Persefone non aveva mangiato un frutto intero, sarebbe rimasta nell'oltretomba solo per un numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati, potendo così trascorrere con la madre il resto dell'anno.
Persefone avrebbe così trascorso sei mesi con il marito negli inferi e sei mesi con la madre sulla terra.
Demetra accoglieva con gioia il periodico ritorno di Persefone sulla Terra, facendo rifiorire la natura in primavera e in estate.
PERCHÉ SI DICE CHE "UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA"?
Il detto che tutti conosciamo, va fatto risalire al filosofo Aristotele e alla sua opera “L’Etica Nicomachea” del IV secolo a.C. nella quale spiega che, così come una sola rondine non fa primavera (perché se arriva sola deve essersi perduta, o confusa), anche una buona azione, fatta di tanto in tanto, non fa un uomo buono.
Un unico atto di bontà è un caso isolato così come la rondine smarrita, se non viene seguito con frequenza da azioni di benevolenza.
Un uomo potrà diventare virtuoso solo esercitando bene la phronesis, la prudenza, che con il tempo diventerà il suo habitus, la sua disposizione morale.
Allo stesso modo il famoso detto significa che non basta un solo caso isolato per trarre conclusioni generali ma per arrivare ad una certezza dobbiamo averne molti di più.