LA TORPEDO BLU

Ritorna “La Torpedo Blu”, breve momento di piacevole revival di quei mezzi che hanno positivamente segnato una porzione del nostro vicino passato, rubrica che utilizza, per darsi un connotato, lo stesso titolo di una famosissima canzone del Maestro Gaber il cui valore, anche nel suo caso, il tempo non cancella!

 

 

La 600 Multipla, icona della storia della motorizzazione di massa italiana, ha lasciato un segno indelebile, divenendo un Classico che premia la creatività e l’ingegno italiano.

Messa in produzione da FIAT nel 1956, ha rappresentato una geniale sintesi tra funzionalità, utilità e gusto estetico. Un mezzo tuttofare, al servizio della gente comune, dell’impresa e dell’intera società degli anni sessanta.

La vettura, immortalata anche dal Cinema d’autore perché presente in tantissime scene dei più importanti film del tempo, continua ad essere amatissima dai cultori del vintage, ponendosi tra auto storiche, tra quelle più gradite.

Essa è stata antesignana del concetto di vettura di servizio, il cui progetto ha perseguito con enorme successo la finalità della comodità, valorizzando al contempo lo stile originale e la bellezza delle sue forme. Se paragonata, sul versante del design, così come a livello della funzionalità, con le Citycar di oggi, ne esce fortemente vincente: bella, duttile, economica!

Alcune sue soluzioni costruttive sono state, oggettivamente, d’avanguardia. Ad esempio la capacità di sfruttare l’intero volume interno, garantendo spazi ragguardevoli anche per sei posti, posizione di guida confortevole, ergonomia complessiva riguardo la sua abitabilità. Ancora: l’espansione della scocca della 600 Berlina che si amplia e si dilata con grazia e cura nelle sagomature della lamiera, mantenendo l’economico quattro cilindri di 595 cc progettato dai tecnici torinesi che in seguito darà origine al motore 850 cc ed al 903 cc (montati sulle 850 e sulle 127).

Altra annotazione: la sua ampia visibilità senza angoli morti, ricavata all’interno di una carrozzeria particolarissima che assume, senza ombra dubbio, valenza di scultura industriale, finora insuperata.

Questo è quanto. Sogno: qualcuno avrà la capacità di rifarla, ma eguale? 

                                                                                                                         Giancarlo Caroleo