LA TORPEDO BLU

Ritorna “La Torpedo Blu”, breve momento di piacevole revival di quei mezzi che hanno positivamente segnato una porzione del nostro vicino passato, rubrica che utilizza, per darsi un connotato, lo stesso titolo di una famosissima canzone del Maestro Gaber il cui valore, anche nel suo caso, il tempo non cancella!

 

 

Sono ormai troppi gli anni trascorsi da quando le auto “di fine serie”, definite “unificate”, si rappresentavano come “il meglio” delle produzioni che nel tempo si erano susseguite, regalando agli acquirenti più destri un mezzo ben allestito ed ottimizzato, appunto “unificato” rispetto alle consuete precedenti soluzioni (super, sport, lusso…), che chiudeva la sua storia commerciale, nell’imminenza della sua cessazione di produzione, anche a buon prezzo.

Insomma, i vari “modelli unificati” degli anni settanta/ottanta erano sempre attesi con attenzione da parte degli automobilisti i quali, nella fase di transizione tra la cessazione di una produzione e l’inizio della successiva con il debutto del nuovo modello di automobile, se ne garantivano l’acquisto: chi non ricorda le ultime Fiat 600 Berlina (750 di cilindrata, fari aumentati di dimensione,  copponi della Fiat 850), così come le ultime “850 Berlina” (prodotte a ridosso dell’uscita della “127”), che assommavano la compattezza della prima serie ed alcuni particolari della “Special”. Molto evidente fu, in seguito, il successo della stessa ultima versione “127”, appunto “unificata”, elegante e funzione sintesi della I Serie e della “Special” (che aveva compattato i particolari degli interni, sostituito i copponi ruota coi coprimozzi in plastica neri, le cornicette cromate dei gocciolatoi con i profili neri, sempre in plastica). In effetti, tanti altri potrebbero essere gli esempi, da ritrovare anche nelle produzioni delle auto importate dall’estero. Ma, un connotato le assimilava tutte: l’utilizzo della tappezzeria in “ecopelle” (si pronunciava “Scai”), in concerto coi pannelli degli sportelli e dei laterali interni. Giammai si utilizzava la stoffa, e nemmeno gli allestimenti stoffa/ecopelle, sia per i sedili, sia per i pannelli degli sportelli. Un dato inconfutabile: gli allestimenti interni in “ecopelle”, di unico colore, semmai con bordi ingrossati di colore nero, conferivano a quella auto un connotato di eleganza, compattezza, gradevolezza ed anche funzionalità (pensando anche alla facilità di pulizia rispetto ai tessuti).

Di quelle auto se parla sempre bene, apparentemente con nostalgia. Ma, di fatto con la consapevolezza che erano un felice compromesso tra “ciò che era stato prima” ed i livelli di adeguata modernità (che garantiva efficienza e funzionalità) che, pur sempre, conferivano a ciascuno di quei modelli, quasi, un’anima!

                                                                                                                      Giancarlo Caroleo