5 COSE DA SAPERE SU...

5 curiosità, spiegazioni e storie su diversi argomenti (territorio, cultura, credenze, tradizioni, ecc.) che ti invoglieranno a proseguire la lettura di questa rubrica.

Il 14 febbraio si festeggiano gli innamorati che, ogni anno in questo giorno, celebrano l’amore. Di questa festività è patrono San Valentino da Terni, ma le sue origini sono ancora più antiche.

L’ORIGINE 

Con il passare delle varie epoche, ogni civiltà ha trasformato a proprio piacimento la ricorrenza di San Valentino.

Nel Medioevo, ad esempio, i festeggiamenti prevedevano una vera e propria cerimonia, alla quale uomini e donne accorrevano per dare il via a una procedura molto particolare: ognuno di loro pescava da una ciotola un biglietto che riportava il nome della persona con cui avrebbe ballato e che sarebbe diventata la loro Valentina. Per renderlo visibile, lo appuntavano alla manica del proprio vestito e lo sfoggiavano per una settimana, così che tutti potessero vederlo. Da questa tradizione sarebbe poi nato il noto modo di dire anglosassone “To wear your heart on your sleeve” (portare il cuore sulla manica), il cui significato è che i sentimenti della persona a cui viene rivolto questo detto sono talmente chiari e palesi che sono già stati compresi da tutti gli altri.

È solo nel XIX secolo che questa tradizione assume una connotazione più commerciale. Inizialmente si scambiavano solo le cosiddette “valentine”, biglietti d'amore con simboli romantici come colombe, cuori e immagini di Cupido; man mano quest’usanza lasciò spazio allo scambio di rose, cioccolatini e gioielli. La “valentina” più antica di cui si abbia notizia sarebbe quella scritta da Carlo d’Orléans alla moglie mentre era chiuso nella torre di Londra dopo essere stato sconfitto nel 1415. 

PERCHÉ SAN VALENTINO È IL PROTETTORE DEGLI INNAMORATI?

Papa Gelasio I istituì questa nuova festa cristiana, dedicandola a Valentino di Interamna, un vescovo  torturato e decapitato per ordine dell’imperatore Aureliano, noto per aver celebrato parecchi matrimoni e per aver riconciliato molte persone, tanto da far nascere diverse leggende al riguardo.

La prima leggenda ricorda un po' la storia di Romeo e Giulietta: la cristiana Serapia e il centurione romano Sabino, due giovani innamorati, non riescono a celebrare il loro matrimonio a causa dell'opposizione dei genitori di lei, in quanto di religione diversa.

Quando Serapia è in punto di morte, sarà proprio Valentino, dopo aver battezzato Sabino, a celebrare il matrimonio tanto atteso.

Fu quindi il primo a celebrare il matrimonio fra una cristiana e un legionario pagano, ed è per questo motivo che è stato scelto come patrono degli innamorati.

Da quel momento, iniziò l'usanza di recarsi in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il giorno delle benedizioni, il 14 di ogni mese. Dopo la morte di Valentino, il pellegrinaggio fu ristretto solo al 14 febbraio, giorno della sua morte.

ROMANTICISMO O TRADIZIONE?

La tradizione di San Valentino come festa degli innamorati risale però probabilmente al Medioevo.

Il primo riferimento alla festa degli innamorati si trova nel poema Il Parlamento degli Uccelli di Geoffrey Chaucer. Nel testo, l’autore collega la figura di Cupido a San Valentino, proiettando per sempre il nome di quest’ultimo nel cuore degli innamorati. Si narra che San Valentino guidasse gli innamorati verso il matrimonio e li incoraggiasse a mettere al mondo dei figli.

La letteratura religiosa lo descrive come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore, specialmente quando queste sono infelici. L’usanza di dedicarsi lettere d’amore è sempre attribuita al Santo. Durante la sua carcerazione s’innamorò della figlia del suo carceriere, Asterius. Purtroppo la giovane era cieca, ma, come narra la leggenda, grazie alla grandezza e alla purezza del suo amore, Valentino riuscì a farle riacquistare miracolosamente la vista! Dopo la sua esecuzione, le lasciò un biglietto, che firmò “il vostro Valentino”: una frase rimasta nella storia.

Anche la tradizione di regalare fiori è legata a lui. Un giorno, passando attraverso il giardino del Santo, Valentino udì due giovani fidanzati che litigavano furiosamente. Fu proprio in quel momento che Valentino decise di intervenire e, per calmare i due ragazzi, offrì loro una rosa, chiedendo di riconciliarsi stringendo insieme il gambo della stessa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore. I due giovani si riappacificarono e, qualche tempo dopo, chiesero a Valentino la benedizione per il loro matrimonio.

Un'altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito a ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d'affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell'espressione piccioncini.

SAN VALENTINO E IL CIOCCOLATO

Nel 1800 alcuni medici prescrivevano il cioccolato per curare le delusioni d'amore: ritenevano che una  dose di cioccolato potesse risollevare il morale di chi aveva subito una perdita.

Anche in epoca moderna gli scienziati hanno confermato queste teorie e cioè che il cioccolato contiene sostanze che hanno un effetto positivo sull'umore.

Oltre a essere un simbolo di dolcezza, rappresenta la passione. Le tradizioni per il giorno di San Valentino variano da paese a paese, ma il cioccolato rimane un elemento comune a tutti gli innamorati. Pare, infatti, che sia da sempre il regalo perfetto per i suoi effetti afrodisiaci e antidepressivi, e le coppie amano scambiarsi in dono cioccolatini a forma di cuore.

La tradizione dei cioccolatini, però, risale al 1868, quando Richard Cadbury, figlio di una famiglia britannica produttrice di cioccolato e considerato un genio del marketing dell’epoca, fu il primo a confezionare cioccolatini in scatole a forma di cuore con dei boccioli di rose sopra, da destinare come regalo per il giorno di San Valentino. La scatola poteva inoltre essere conservata come ricordo d’amore.

COME LA LETTERA “X” DIVENTA UN BACIO

L’idea di usare un bacio per firmare la lettera di San Valentino ha una lunga storia.

L’utilizzo della lettera X ha fin dall’antichità ricoperto molteplici significati: secondo il Washington Post, nel Medioevo rappresentava il cristianesimo o la croce ed era utilizzato dagli analfabeti come simbolo per firmare i documenti.

Pare inoltre che alcuni scrittori baciassero il segno X, apposto dopo averlo  firmato, come emblema del loro giuramento.

Col tempo, questo gesto fu sempre più utilizzato sia dal re che dalla gente comune e serviva per certificare libri, lettere e documenti. Quest’ultima tipologia era descritta come “sigillati con un bacio”.

Anche oggi, per stare al passo con i tempi, si invia per SMS o su WhatsApp una “X” come sinonimo di bacio o si crea l’espressione “xox”, che ha assunto il significato di bacio e abbraccio.